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PELLE D'ALBERO

 Questa mattina sono uscita in anticipo per passare a trovare il mio albero e fare spazio. Non mi ero accorta che piovesse e non avevo con me l'ombrello. Fermandomi davanti al solito bagolaro mi sono accorta che la pioggia mi impediva di guardare in alto, limitando la consuetudine di contemplare i suoi rami. L'attenzione visiva è allora rimasta all'altezza degli occhi. Il tronco bagnato metteva in risalto particolari sulla corteccia che nel gioco di associazioni mi sono arrivati come pelle umana: solchi, tatuaggi, macchie, funghi e malattie cutanee, cicatrici di tagli sulle braccia di adolescenti, vene in rilievo, pelle raggrinzita degli anziani. Articolazioni e corpi nudi disperatamente avvinghiati tra loro. 

Per un attimo ho sentito una commovente connessione con l'umanità tutta e la fragilità visibile sul confine tra il dentro e il fuori. Grazie amico albero, albero-specchio. 

Poi la pioggia mi ha invitato a riprendere il cammino della quotidianità.