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ERBACCE

L'anno nuovo non è iniziato nel migliore dei modi. Alcune questioni inaspettate mi preannunciano un inizio un po' in salita. Sento il peso dell'inaspettato nel corpo, soprattutto nelle ore notturne. Nelle gambe e nello stomaco, lo osservo, ci respiro dentro, a volte mi lascio cadere completamente ma ho imparato a guardare le cose da fuori e a concedermi tempo per affrontare un passo alla volta. Avere una spada di Damocle sulla testa è una costante della mia vita ma guardando indietro mi rincuoro pensando che il tempo a volte risolve, altre volte alleggerisce comunque il peso. 

Qualche giorno al mare aiuta: osservare la linea dell'infinito che divide il cielo dall'acqua mi regala un senso di spazio e di respiro. Il sole che trova un varco tra le nubi per poi scomparire di nuovo mi ricorda la continuità delle cose.

Ieri mi sono dedicata a sistemare un po' il balconcino della cucina. In pochi mesi il verde è cresciuto moltissimo, distribuendosi in modo inaspettato. Ammiro la forza con la quale le piante rampicanti si aggrappano, utilizzando quello che c'è, persino altre piante, per continuare il proprio cammino di crescita. Da ignorante botanica mi limito ad osservare e a lasciarmi meravigliare.

Chiamiamo comunemente "erbacce" quelle piante alle quali non sappiamo dare un nome, la cui presenza imprevista ci disturba e stravolge i nostri piani ordinati. Come spesso mi accade, trovo nella lettura parole che non avrei potuto incontrare in un momento migliore. Allora mi affido alle parole di Giuseppe Zare, che in un delizioso libretto dal titolo "Piccolo manuale illustrato per cercatori di foglie", descrive molto meglio di me questo pensiero:

Ma cos'è in fin dei conti un'erbaccia? Erbaccia è qualsiasi pianta si intrufoli a spettinare l'ordine delle nostre aiuole, a farsi beffe dei nostri piani cartesiani, spargendo caotiche biologie dove prima era prevista la più ferrea disciplina. (...) Amorale, promiscua, incoercibile: l'erbaccia è la vita.