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IN CAMMINO


Mi fermo e rileggo quanto ho scritto e rivivo come tutto è cominciato. Non che lo avessi dimenticato ma tornare alle parole scelte per descrivere in tempo reale il mio incontro con la natura dopo la pandemia che ha trasformato le nostre vite nutre il cammino che sento di avere intrapreso. 


In questo tempo ho imparato a vivere la mia città con un'attenzione per il verde, a fare in modo di attraversare parchi e viali alberati per recarmi nei luoghi di lavoro, a scegliere un bagolaro come amico, a sfiorare le foglie al mio passaggio, a fermarmi a godere del profumo del gelsomino quando lo incontro, a sfregare con i polpastrelli la lavanda del giardino di un negozio di mobili tutte le volte che ci passo davanti. La natura è ovunque anche in città, basta alzare gli occhi e guardare il cielo, osservare i vecchi cedri che superano l'altezza dei palazzi o le radici degli alberi rompere i marciapiedi, camminare lungo un filare di platani che costeggiano i viali. Ho deciso di cambiare prospettiva, ispirata dal biologo Stefano Mancuso che invita a imparare dal comportamento vegetale, dalle ricerche scientifiche che arrivano dal Giappone sul potere terapeutico del bosco (shinrin yoku) ma anche dall'antico daishizen, dalla mia passione adolescenziale per i folletti del bosco. 

La direzione intrapresa mi ha spinto a portare il mio lavoro creativo all'aperto, grazie all'associazione Parcobello, della quale sono tra i soci fondatori. Con essa ho potuto incontrare le stagioni con gli occhi, la curiosità e l'eccitazione dei bambini, attraverso attività laboratoriali nei parchi cittadini. 


Recentemente ho seguito una formazione per diventare facilitatore NatureTherapy® che mi ha permesso di entrare in una community di persone di tutta Italia che camminano nella mia stessa direzione e questo nutre la mia speranza verso un mondo migliore, più consapevole, aperto all'ascolto e alla collaborazione. 

Ho imparato dalla natura e dalla pratica della meditazione ad accogliere quello che c'è e fare tesoro delle piccole cose che in sé contengono il tutto, a fare a meno di ciò che non mi serve, a lasciare andare e a godere della semplicità; ad accogliere l'autunno interiore così come la gioia dell'estate, a lasciare scorrere con gratitudine le emozioni come l'acqua del torrente, a confidare nella collaborazione. 

Quando si cambia prospettiva cambia tutto ciò che gira intorno. Sono in cammino in questa direzione e sento che è quella giusta, quella della pienezza della vita, della felicità del qui e ora, della crescita personale, della gratitudine e della ricchezza interiore. Altro non serve.