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BUSSA L'INVERNO, TEMPO DI TORNARE

Dopo quasi un mese in valle, sono tornata a salutare il ruscello, per ripercorrere il sentiero nel bosco che porta alla chiesetta. In questo periodo abbiamo scoperto tanti percorsi nuovi Giacomo ed io e ci siamo nutriti della bellezza della natura, andando a caccia di immagini da fotografare.
Questo difficile anno di sofferenza e privazioni mi ha regalato un inaspettato autunno. Mai avrei pensato di poter trasformare la difficoltà della pandemia in un'occasione per vivere a stretto contatto con la natura.


Nonostante il sole e il cielo azzurro, che in queste settimane ci hanno accompagnato con costanza, le zone d'ombra sul sentiero si prendono spazio, con sbalzi di temperatura che mi costringono ad indossare, per la prima volta, il cappello di lana.
La natura inizia a dare i primi segnali dell'inverno. Gli alberi, quasi completamente spogli, mostrano la nudità dei loro rami, come linee a zig zag, dipinte da pennelli dalla punta grossa, sull'azzurro fondale del cielo senza una nube. I ponticelli di legno si fanno più scivolosi sotto le scarpe, rendendo ogni passo più cauto. Le foglie secche, che il vento ha donato alla terra, nelle zone d'ombra si mostrano coperte di brina, come vestite di cristallo.


Nel bosco incontro una famiglia di noci cenerini, con i quali decido di improvvisare una danza, superando l'imbarazzo della scorsa volta. Gioco tra gli spazi pieni e vuoti. Mi appoggio. mi appendo. Provo persino ad arrampicarmi.
La ruvida corteccia, ricoperta in parte da umido muschio, trasmette al tatto e alla vista il fascino del tempo e la fermezza di chi sa accogliere ciò che passa, senza giudizio.


Il fiato corto mi ricorda, di tanto in tanto, di rallentare. E quando i pensieri affollano la mente, vado a riprenderli, allungando loro la mano, come a un bambino. E' un'immagine bellissima, che mi è stata suggerita durante una meditazione, seguita in questi giorni. 

"Torna qui", mi ripeto ad alta voce. E funziona.

Arriva l'inverno. E' giunto il momento di tornare a casa. In città. 
Il pensiero non mi spaventa anche se non mi piace. So di rientrare profondamente nutrita dalla natura, dalle letture fatte sul tavolo di legno del giardino, dalle danze all'aperto e nella piccola stanza dei nonni. Dalle tante riflessioni, anche quelle che talvolta mi rubavano il sonno.

"Torna qui". 
Ora so che è qui che voglio stare. Non in montagna, non è un luogo fisico,
ma nel mio presente.
Ora so che ogni giorno dovrò affrontare delle difficoltà ma il mio bagaglio di risorse per accogliere la vita è un po' più pieno, rispetto a quando sono partita. 
Sono pronta ad accogliere il futuro. A piccoli passi.